
La musica che aiuta l’Alzheimer
Intervistiamo la dott.ssa Pasin, che da anni collabora con il musicista Rino Capitanata per abbinare la scienza medica alla musicoterapia.
Da molti anni la musicoterapia viene applicata in molte patologie. Le neuroscienze hanno approfondito ormai da anni con rigorosità scientifica il rapporto tra medicina, psicologia e musica, indicando la musica come un benefico completamento per aiutare l’uomo ammalato nel processo di guarigione. Beneficio particolarmente utile soprattutto quando il farmaco o la tecnologia non hanno strumenti per raggiungere la dimensione dell’inconscio superiore dell’uomo.
Per approfondire questa tematica, incontriamo a Verona la dottoressa Emanuela Pasin (foto a destra), laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia psicosintetica ed Ipnosi Eriksoniana, che ha lavorato per molti anni con i malati di Alzheimer presso il Nucleo ad alta protezione Alzheimer dell’Ipab la Pieve di Breganze (VI). Al tema dell’Alzheimer ha dedicato due libri Salvarsi con una fiaba. Terapia psicologica per i malati dì Alzheimer e Terapia simbolico integrata. La nuova sfida alla malattia del secolo. Inoltre ha pubblicato il CD Therapeutic Alzheimer Music con Capitanata, con il quale collabora da anni.
Come si abbina l’Alzheimer alla musicoterapia
«Per i malati di Alzheimer non tutta la musica è terapeutica», spiega. «Anzi, esistono dei suoni che agitano molto le persone con demenza e soprattutto sono spaventati dai rumori con molta facilità. Tuttavia, lavorando nei Nuclei Alzheimer con persone molto gravi, scoprii molti anni fa che un certo tipo di musica aveva invece effetti molto calmanti sulle persone agitate. Osservai inoltre che con musica 432 Hz. di sottofondo aumentava la loro concentrazione, i tempi di attenzione si allungavano e miglioravano prestazioni a semplici compiti che facevamo eseguire loro per mantenere la loro mente attiva. In questa ricerca della musica giusta per la riabilitazione cognitiva dei malati di Alzheimer, provai per molto tempo vari autori e infine individuai nelle note e in alcune musiche di Capitanata la formula perfetta per calmare in modo incredibile i loro stati di agitazione. Mettendo in sala la musica accordata a 432 Hz era come se l’ambiente si riempisse di dolcezza, come se fossero avvolti da un’enorme coccola materna, per cui smettevano di urlare e di agitarsi. Era fantastico vedere quelle persone rasserenarsi e i loro volti distendersi, non soffrire più e aprirsi in teneri sorrisi. Questo risultato non riuscivamo ad ottenerlo con i farmaci, che li sedavano e li addormentavano, ma non certo avevano questo effetto rasserenante su di loro. E ho selezionato proprio queste musiche per il CD Therapeutic Alzheimer Music, che utilizziamo da anni nei centri diurni o nei reparti Alzheimer in cui lavoro e le consiglio ai familiari perché li usino a casa per qualche ora per creare un clima disteso e sereno. E sono veramente contenta dei tantissimi ritorni positivi che mi arrivano sul beneficio di questa musica».
I casi in cui è efficace questa musica
«È una musica molto dolce che suscita serenità, senza tuttavia essere troppo soporifera, nè troppo lenta o troppo veloce; induce spontaneamente onde cerebrali alfa, che si formano quando chiudiamo gli occhi e ci rilassiamo. La trovo ideale per creare ambienti rilassati e positivi in casa, nelle sale d’attesa dei medici, negli ospedali, soprattutto dove c’è tanta agitazione, ansia, paura e preoccupazione. Essa ha il potere di tranquillizzare gli animi e rasserenarli, quindi è molto efficace in questi contesti. Non la userei negli ambienti di lavoro e negli uffici, a meno che non sia necessario ridurre la tensione nervosa per qualche mezz’ora (magari nelle pause): nei luoghi dove servono prestazioni cerebrali con una certa velocità, abbiamo bisogno di un funzionamento ad onde beta. Con le alfa i dipendenti si rilasserebbero a tal punto da ridurre la produzione e vivendo uno stato mentale di eccessi tranquillità per il compito assegnato loro. Essendo dimostrato lo stretto rapporto tra musica, processi cognitivi ed il tono dell’umore, nessun ricercatore mette in discussione il fatto che la musica abbia un’azione positiva sulla sofferenza, il dolore fisico, i vissuti depressivi di solitudine e disistima.
Tuttavia non tutta la musica che si definisce terapeutica è efficace: infatti occorre, come in tutte le cose, saperla comporre con dovizia; ecco perché ho scelto la pluriennale esperienza di Capitanata, che ci dà la garanzia di un lavoro eccellente da un punto di vista terapeutico. I suoi brani creano un passaggio naturale verso la psiche profonda dell’individuo, permettendo di percepirsi modo più autentico, di lasciarsi andare alle note e alle proprie emozioni: non è magia, ma anni di esperienza, di studio musicale, di collaborazioni con esperti della medicina e del benessere».
Il Self Love, un libro e un CD «Il Self Love è uno strumento terapeutico o – come amo definirla – una tecnologia di self-help, cioè di auto-aiuto», continua. «Comprende un libro con spiegazioni e suggerimenti molto semplici e molto pratici su come lavorare sulla propria autostima, ma l’innovazione è contenuta proprio nel CD realizzato con Rino Capitanata.
Il CD contiene 4 brani musicali con melodie che aiutano a rilassare la mente e a tranquillizzarla dai continui bombardamenti di pensieri, le onde 432 Hz placano il continuo rimuginare della mente e aiutano a focalizzare l’attenzione sulle sensazioni di intensa piacevolezza del nostro corpo.
Il secondo brano invece contiene una meditazione con tecniche avanzate di ipnosi moderna che si usano in psicoterapia, che conduce la persona in un un viaggio attraverso le 12 porte della consapevolezza di sé, affinché essa possa rinascere con una rinnovata benevolenza verso se stessa».
«Come è nata l’idea di Self Love?».
«L’idea di Self Love è nata dall’esperienza con i miei pazienti in psicoterapia: mi serviva uno strumento concreto per fare in modo che essi lavorassero anche a casa sulla pratica dell’autostima; infatti questo si ottiene non solo conoscendo meglio noi stessi, ma allenandoci giorno per giorno a contrastare delle abitudini errate dei nostri pensieri.

Rino Capitanata.
Self Love è un libro da sottolineare, da usare, da rileggere, da ascoltare e da memorizzare; ci sono anche degli esercizi pratici da fare in alcuni capitoli, ciò aiuta, in modo concreto, le persone a progredire gradualmente nel loro cammino verso un nuovo Sè più consapevole e più benevolo».
«Che relazione c’è tra Self Love e il Cd Alzheimer therapeutic Music?
«Diciamo che il libro può essere utilizzato anche come prevenzione dell’Alzheimer, perché migliora lo stato mentale nella persona sana che non ha una malattia neurologica e permette al cervello di produrre sostanze che migliorano la salute della mente. Self Love rientra in una di quelle pratiche che migliorano lo stile di vita e fanno fare alla mente uno scalino di evoluzione spirituale, tale per cui possiamo dire che, in qualche modo serve per proteggerci da malattie mentali e da degenerazione dei neuroni cerebrali».
Fonte: KarmaNews.it
Autore: Karmanews.it
