
Le fasi del perdono nel percorso evolutivo
Le fasi qui sotto (anche se fin troppo schematiche) danno un’idea di come l’atteggiamento verso ciò che percepiamo come “ingiustizia” e di conseguenza ciò che definiamo “perdono” segnino anche le fasi evolutive di un’Anima.
Le fasi del perdono (clicca per leggere)
1 – La reazione di chi vive nell’illusione (passività)
Chi vive immerso nell’illusione continua a travestirsi da vittima sentendosi oggetto di ingiustizia, ma ingoiando il rospo per paura del conflitto. Ciò appesantisce la persona perché la sofferenza viene repressa o espressa passivamente (atteggiamento passivo-aggressivo).
Azione ricevuta > Interpretazione: “ingiustizia” > Sofferenza/Rabbia > Desiderio di Vendetta > Repressione > Sofferenza
2 – La reazione di chi vive nell’illusione (attività)
A forza di ingoiare il rospo la vittima comprende che ciò la fa solo stare peggio, allora reagisce combattendo e tirando fuori le unghie. La vittima diventa carnefice a sua volta con un atto di vendetta. Ciò la fa inizialmente sentire meglio perché la sofferenza viene espressa nel restituire il torto subito.
Azione ricevuta > Interpretazione: “ingiustizia” > Sofferenza/Rabbia > Desiderio di Vendetta > Reazione violenta
3 – Il perdono di chi vive ancora nell’illusione
A forza di vendicarsi il carnefice si rende conto che ciò non lo libera veramente dalla sofferenza ma causa un circolo vizioso di azioni e reazioni. Impara così a esprimere la sofferenza in modo simbolico (ad es. sbattendo un cuscino per terra) invece che vendicandosi.
Una volta libero dalla carica reattiva della rabbia, sorge un desiderio di pace che conduce al perdono. Questo perdono è ancora illusorio perché chi perdona si sente in qualche modo sempre vittima di ingiustizia, e perdonando si convince di essere migliore dell’altro.
Azione ricevuta > Interpretazione: “ingiustizia” > Sofferenza/Rabbia > Espressione della rabbia/sofferenza > Desiderio di Pace > Perdono
4 – Il perdono di chi riconosce l’illusione
Imparando a perdonare sentendosi migliore degli altri, la persona si rende conto che ciò non la libera veramente dalla sofferenza, ma la fa sentire isolata (poiché è superiore agli altri) e accresce il suo ego. Il desiderio di conoscere la verità e sentirsi amata stimola nella persona un risveglio della coscienza che le permette di riconoscere l’illusione. Anche se continua a sentirsi vittima di ingiustizia e ne soffre, sorge in lei la riflessione che l’ingiustizia non esiste, ma tutto accade per un motivo e che è lei stessa a interpretare gli eventi in base al filtro della sua personalità. Inizia così a sperimentare un certo distacco dalla propria personalità egoica.
Ciò la porta a perdonare veramente, senza più sentirsi migliore o aspettarsi qualcosa in cambio, ma semplicemente perché la fa stare bene e sembra l’unica cosa logica da fare.
Azione ricevuta > Interpretazione: “ingiustizia” > Sofferenza/Rabbia > Riflessione: “giustizia” > Desiderio di Pace > Perdono
5 – La reazione di chi esce dall’illusione (passività)
A forza di perdonare e lasciare andare tutti i legami di vittima-carnefice, la persona accumula sufficiente consapevolezza per accedere ad un più ampio risveglio della coscienza. Ora le è possibile distaccarsi completamente dalla sua personalità egoica, e dunque non provare più sofferenza quando la personalità subisce ciò che interpreta come un’ingiustizia.
La persona può ora essere semplicemente in pace di fronte a qualsiasi evento, senza avere nessuna reazione particolare. L’idea di perdonare ha meno senso, perché non c’è nessuna colpa che viene percepita. Il perdono, è ora Amore contemplativo di fronte a qualsiasi evento. Questo è l’insegnamento veicolato dal Buddha.
Azione ricevuta > Interpretazione: “neutralità” > Nessuna Reazione
6 – La reazione di chi esce dall’illusione (attività)
A forza di sperimentare lo stato di pace e quiete totale, sorge nella persona il desiderio di avere di nuovo reazioni e partecipare attivamente agli attriti del mondo, ma da una prospettiva espansa e giocosa. E’ ora in grado di riflettere su qual è la reazione più appropriata ad un evento (fosse anche rabbia o addirittura violenza) e di metterla in atto in modo distaccato, senza attivare in sé nessuna carica emozionale, per ottenere un certo effetto. Anche qualora esprima una reazione “negativa”, lo fa con amore e con un fine benefico ben preciso. Il perdono è ora Amore in azione. Questo è l’insegnamento veicolato dal Cristo.
Azione ricevuta > Interpretazione: “neutralità” > Riflessione: “reazione appropriata” > Reazione appropriata
La maggior parte delle persone sul nostro pianeta si trova ancora nelle fasi 1 e 2, ossia nel circolo vizioso della vittima e del carnefice.
Chi è capace di controllare i propri impulsi e riflettere si trova nella fase 3, in cui si perdona pur continuando a vivere quel senso di ingiustizia, sentendosi però migliori degli altri in virtù della propria scelta di perdonare. Anche se si ragiona ancora da uno stato illusorio, la scelta di perdonare comincia comunque a liberarci dalle zavorre delle azioni e reazioni automatiche.
Chi comincia a svegliarsi passa alla fase 4, in cui si inizia a comprendere che siamo noi stessi a causare qualsiasi evento nella nostra vita. Se pur continuando a soffrire per i “torti” subiti, si riconosce che è un’illusione e si comincia a perdonare veramente.
Ciò causa una profonda accelerazione evolutiva, poiché questo tipo di perdono libera l’Anima dai circoli viziosi della vittima e del carnefice restituendole energia.
Ed è proprio grazie a questa rinnovata consapevolezza che ci si più distaccare completamente dalla personalità egoica senza sentirsi più feriti dalle ingiustizie che crede di vivere. Possiamo ora a piacimento togliere il filtro che interpretava le cose negativamente e restare neutrali senza avere nessuna reazione.
Questo stato di quiete e passività permette alla persona l’osservazione silenziosa dell’illusione del mondo, penetrandola ancora di più e acquisendo maggiore consapevolezza. L’idea di perdonare ha meno senso, perché non c’è nessuna colpa che viene percepita. Il perdono è quindi ora Amore contemplativo di fronte a qualsiasi evento. Questo è l’insegnamento veicolato dal Buddha.
Infine, la persona diventa in grado di rimettersi a giocare con le azioni e reazioni del mondo, ma stavolta scegliendo esattamente quale reazione mettere in atto di fronte a qualsiasi evento, scegliendo la reazione più appropriata al fine che vuole ottenere.
Anche qualora esprima una reazione “negativa” (come rabbia o violenza), lo fa con amore e con un fine benefico ben preciso. Il perdono è ora Amore in azione. Questo è l’insegnamento veicolato dal Cristo.
Queste fasi non sono da intendersi come rigide, ma piuttosto sfumate una dell’altra. L’Anima abitualmente sperimenta picchi di fasi più alte quando si trova in una inferiore, così come può ricadere in quelle inferiori pur avendo già raggiunto certi risvegli.
In questo schema, ho volutamente segnato le fasi “passive” (ingoiare il rospo, o contemplare il mondo senza reagire) come inferiori a quelle attive.
Questa è un po’ una regola generale per ciò che riguarda l’evoluzione della consapevolezza. Le fasi passive infatti, pur essendo necessarie e importanti, richiedono meno coraggio di quelle attive. Una rabbia repressa alla lunga fa più danni di una che viene invece espressa, anche se entrambe le reazioni andranno alla fine superate. Allo stesso modo, ma ad un gradino superiore, l’atteggiamento di pace contemplativa (osservare il mondo senza giudizio) deve portare naturalmente all’Amore in azione (servire il bene collettivo) se non vuole diventare stagnante.
Autore: Niccolò Angeli
