Siamo così abituati a parlare male dell’Ego che finiamo per considerarla un’entità separata da noi, che esiste con l’unico scopo di intralciare la nostra evoluzione.
Ma l’ego, per me, è solo una struttura, quell’abito necessario che dobbiamo vestire per farci riconoscere dalla società che ci circonda… la nostra personalità, il nostro carattere, gusti e preferenze, corpo e mente, emozioni e opinioni… tutti questi elementi che NON siamo noi, ma che usiamo per rappresentare noi stessi in questo mondo.

Il problema dunque non è l’ego, ma l’identificazione assoluta con esso, il pensare di essere quelle strutture e nient’altro, lasciando che siano loro a tenere il timone della nostra vita, invece che mantenerle al loro giusto posto, quello di servitori fedeli, servitori del nostro vero Sé… quel Sé infinito che forse mai potremo definire pienamente.

Io amo il mio Ego, perchè senza di lui sarei invisibile al mondo, lo amo quando mi serve con efficienza, e lo vesto ogni giorno senza illudermi di essere libero dall’errore che di tanto in tanto mi porta ancora a identificarmi con esso. Ma quando ciò accade, osservo quell’errore senza giudicare, e subito l’Ego torna al suo posto, ben sapendo chi è il suo vero padrone.