Il lato oscuro della Blockchain (3 di 5)
Descrizione del video
In questo video vedremo alcuni dei lati oscuri e dei pericoli che la blockchain porta con sé. Se non sai che cos’è la blockchain, dai un’occhiata ai video precedenti di questa serie
Dove c’è luce non può mancare l’ombra, e questa rivoluzionaria tecnologia non fa certo eccezione. Anche se come avrai capito sono molto fiducioso sul futuro e sul ruolo centrale che avrà la blockchain, credo però che sia sempre pericoloso trasformare qualcosa in una religione… che sia un credo spirituale o tecnologico non fa molta differenza.
Stiamo ancora scoprendo cosa è possibile e cosa non è possibile fare con questo nuovo modo di trasmettere le informazioni, ma intanto possiamo già occuparci di alcune delle sue espressioni più oscure, sia quelle già in corso che quelle possibili.
Intanto il Bitcoin, cioè la prima criptovaluta che ha usato la blockchain, è diventato il mezzo di scambio ideale per criminali grandi e piccoli, poiché favorisce almeno parzialmente l’anonimato. Nel “Darknet”, il mercato oscuro di internet, è possibile comprare qualsiasi cosa in Bitcoin, dalle droghe leggere alle armi… fino ai servizi di un killer.
L’Europol nel 2018 stimava che almeno 5 miliardi di denaro sporco fossero stati riciclati in Europa tramite il Bitcoin e anche altre criptovalute che offrono un grado di anonimità ancora maggiore.
Poi c’è l’aspetto delle truffe e della speculazione selvaggia e delle vere e proprie truffe. Ogni momento di cambiamento è una manna per gli amanti della truffa. Sull’onda dell’eccitazione e della novità delle criptovalute, sono nati truffe e schemi piramidali di ogni tipo a discapito degli ingenui, promettendo enormi guadagni che sono però naturalmente entrati solo nelle tasche di pochi. A questo si aggiunge l’azione degli speculatori, soprattutto quelli facoltosi e senza scrupoli, che con iniezioni di capitale ad arte possono far fluttuare anche di molto il valore delle criptovalute, così da poter comprare a poco e vendere a tantissimo.
Un altro aspetto oscuro è quello dei limiti legati agli smart contracts. Gli smart contracts sono pur sempre un codice che viene eseguito ed è stato scritto cercando di prevedere tutti i possibili sviluppi di una relazione tra due o più soggetti. Ma di qui a fare in modo che lo smart contract sia dotato del caro vecchio “buonsenso” ce ne vuole. Per ora i contratti automatizzati sulla blockchain mancano della componente umana capace di interpretare una situazione in base a un grandissimo numero di fattori, magari facendo uso dell’empatia.
In questo senso c’è ancora molta strada da fare per riuscire ad eseguire automaticamente dei contratti complessi senza che rischino di diventare disumani.
Poi c’è lo stesso problema che pone internet, ossia il digital divide. In un mondo futuro dove tutto sarà gestito da transazioni digitali, senza un computer e una connessione internet non potrai fare nulla. Un’evoluzione rapida della blockchain e delle criptovalute rischia di aumentare a dismisura il digital divide tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo o le regioni più remote del pianeta.
Inoltre si pone il problema di quanto la nostra società sia pronta ad assorbire questo rapido cambiamento. In una società che ancora non è pronta a cambiare modello evolutivo, una decentralizzazione troppo rapida dell’informazione potrebbe produrre il caos. I grossi centri di distribuzione dell’informazione (Stati, banche, giganti del tech, etc.) potrebbero rifiutarsi di cambiare in modo docile, e ci potrebbero essere vere e proprie guerre sociali a causa delle criptovalute e della concorrenza che esse pongono alle valute statali.
Questi sono un po’ i temi sociali più importanti per quanto riguarda il lato oscuro della blockchain, ma ci sono anche tanti altri aspetti tecnici che si potrebbero portare a galla.
Per chi è interessato ad approfondirli, vi consiglio un bell’articolo di Stefan Enchev dal titolo proprio “The Dark Side of Blockchain“.
Autore: Niccolò Angeli
