
Se vuoi amare, ritrovati nell’Altro
Non si può obbligare nessuno ad amare per forza. Sì, sì, lo sappiamo, lo dicono tutti i Grandi, dobbiamo amare anche uno sconosciuto, chi non ci ama, il nostro nemico, chi ci fa del male. Dobbiamo amare chiunque, incondizionatamente, come noi stessi.
Facile amare chi ti ama. Ma chi ti odia? Io non sono un maestro, non sono un guru, sono semplicemente io, con tutto il mio fardello di difetti e le mie incoerenze, e, vi dico la verità, non mi riesce tanto bene. Anche se da qualche anno un pochino meglio mi riesce, per la verità.
Qualche anno fa, il mio Maestro mi ha insegnato un piccolo trucco, o mi ha dato un compito, se preferite. Non è una magia, non è un rituale che fa diventare più buoni. Non è niente di particolare, non vi aspettate chissà cosa. Ma soprattutto non è niente di automatico per il quale, una volta fatto, dopo le cose vengono da sole. No. Anzi, ogni volta richiede di essere richiamato alla mente (anche se, come tutte le cose, più si pratica, più viene in automatico), perché la spinta dell’Ego verso un’altra direzione è sempre più forte. Insomma, andando al dunque, la sostanza del trucco/compito si potrebbe riassumere in questa frase:
Quando ti viene fatto un torto, guarda oltre la persona, guarda l’Anima.
«Che vuol dire?» gli ho chiesto io.
«Tu non dimenticare queste parole,» mi ha risposto lui, «e la risposta arriverà da sola, al momento opportuno.»
Insomma, la classica risposta da Maestro…
Ora, che invece io non sia un Maestro lo dimostra anche il fatto che io ve la spiego.
Quando vi viene fatto un torto, pensate che in quella persona esistono due livelli di realtà. Quella manifesta, fatta di corpo e di Ego-mente (alla cui creazione, tra l’altro, abbiamo partecipato attivamente), e quella invisibile, non manifesta, fatta di Anima. L’Ego-mente di quella persona è ciò che l’ha portata ad agire in un certo modo, che per voi è risultato dannoso. L’Ego guarda per sé, per il suo appagamento, spesso a scapito di ciò che lo circonda. L’azione di quell’Ego-mente è l’output automatico di un programma orchestrato dai pensieri, dalle emozioni e dai comportamenti. L’essere umano è meccanico, e spesso non sa neppure cosa sta facendo, né perché. “Dio, perdonali”, diceva Gesù mentre lo crocifiggevano, “perché non sanno quello che fanno.”
Ma, imprigionata in quel sistema-materiale-uomo, c’è un’Anima, una scintilla di Coscienza Cosmica, perlopiù incapace di comunicare col sistema materiale. Ed è l’Anima la vera essenza di un Essere, non il suo corpo, non il suo Ego. L’Anima, la pura Essenza, il torto non ve lo avrebbe fatto di certo! Possiamo non amare quell’Ego (non dovremmo amare neanche il nostro, a dire il vero…) ma non possiamo non amare un’Anima…
In più, giusto per metterci il carico, pensiamo questo: attraverso il ciclico ripetersi delle incarnazioni, chi di noi in una vita passata, o anche in più di una vita, non ha agito come quella persona che ci ha fatto il torto? Sicuramente, anche noi siamo stati così (ammesso che non lo si sia ancora). Avremo avuto le nostre buone motivazioni, certo, perché c’è sempre una motivazione che spinge all’azione. Ma sicuramente le ha anche la persona che ci offende in questa vita.
Quindi, pensiamo che anche noi siamo stati come quella persona. Forse questo può aiutarci a comprenderla un po’ di più.
Vi dico la verità. Quando adesso mi viene fatto un torto, non riesco ad amare chi me lo ha fatto, ma ogni volta che ripenso a quella frase e a tutto ciò che nasconde, credetemi, la rabbia scompare in un istante, perché in chi mi ha offeso ritrovo un pezzo di me.
Mi piace pensare che anche questa sia una forma di amore. Per me e per l’Altro.