Stanotte ho sognato… che cercavo la mia Anima

Mi sono svegliato nel sogno in un cortile del Settecento. Circondato dalle mura di un piccolo castello, ho visto di fronte a me un’alta torre con un’unica nera finestra senza vetri.

Sarà lì la mia anima? Già pensavo di chiederle qualche potere straordinario, qualche epica rivelazione e a gran voce ho chiamato “Anima…!”.

Subito una testa si è sporta dalla finestra lassù: aveva una parrucca bianca e un po’ arruffata simile all’impalcatura di Marge Simpson, con il suo volto sornione e imbellettato sembrava un uomo truccato da donna che avesse passato una notte di follie.

Mi ha guardato e subito le ho gridato: “Anima, volevo chiederti…”

“Lo so, un consiglio!” mi ha risposto sorridendo. “Ma aspetta un attimo” ha aggiunto, e così dicendo si è soffiato il naso alla maniera rozza dei contadini dell’epoca: con un dito ti chiudi la narice, e soffi forte dall’altra. Una scia ha attraversato il cielo, dal suo naso fino ai piedi della torre.

Possibile che fosse quella la mia Anima?

“Allora” ha continuato lei “intanto traccia un cerchio magico…”

Ma mentre già mi apprestavo a segnare un cerchio nella ghiaia del cortile intorno al mio corpo un moto di riso mi ha preso: “ma quale cerchio magico, ah… mi prendi in giro, Anima mia… come sei buffa!”

E così ridendo mi sono svegliato, ma solo per un istante, un soffio ed ero di nuovo in quel cortile, stavolta correndo dentro una torre diversa, salendo a piedi nudi rampe e rampe di scalini di legno scuro, sicuro che la mia Anima fosse lassù, dietro l’ultima porta.

Eccola, ti raggiungo… ma proprio quando arrivo in vista della porta socchiusa, di nuovo mi sveglio… solo per un istante, un respiro e di nuovo mi ritrovo in quel cortile apparentemente deserto.

Davanti a me, dietro un’alta grata irta di punte, c’è un po’ di movimento e un paggio dalla parrucca ricciuta si fa avanti.

“Salve” gli dico “cercavo la mia Anima…”.

“Ah sì” risponde lui subito “deve essere qui da qualche parte”, e si volta affaccendato rientrando in casa, come per andarla a cercare.

Io non posso certo attendere e comincio subito ad arrampicarmi sulla grata di ferro: ma le lame e le punte mi feriscono, le mie mani sanguinano, e passare dall’altra parte sembra un’impresa più ardua di quello che pensavo.

“Com’è difficile raggiungerti, anima mia! Ma lo desidero tanto…” e proprio mentre penso dentro di me queste parole, con le mani doloranti mi slancio sulla grata, senza pensare alle ferite, senza vedere l’ostacolo, ma solo seguendo il desiderio bruciante di incontrare la mia Anima.

Ed ecco che la grata ruota sotto il mio peso, accompagnandomi dolcemente dall’altra parte, e una voce nella mia testa mi dice “Vedi, quando il tuo pensiero vola oltre l’ostacolo, l’ostacolo diventa un tuo alleato…”

Mi ritrovo così ad aggirami per quelle stanze piene di arredi barocchi, e infine, dietro una tavola ben apparecchiata, trovo un gruppo di bambini, damine e damerini vestiti di abiti di seta, con alte parrucche e volti impomatati. Tengono in braccio una bambina più piccola, anche lei vestita come una bambola di porcellana.

“Sarà questa la mia Anima?” penso dentro di me. Ma non oso chiedere, perché i bambini mi guardano con un certo sdegno e la piccola volge lo sguardo altrove.

In un respiro, di nuovo mi sveglio, e in pochi istanti sono di nuovo nel sogno.

Stavolta mi trovo in un fienile dalle volte alte come quelle di una cattedrale. Tra quelle altissime travi, un uccello lancia il suo richiamo e sento le sue ali frullare lassù nella penombra.

Cado in ginocchio e ancora una volta chiamo “Anima, anima mia…”, la colomba grigiolina scende subito a posarsi tra le mie mani, e io delicatamente la stringo sentendole il petto vibrare e le sue calde piume che accarezzano le mie dita.

“Quanto ti voglio bene Anima mia” le dico “quanto ti amo…”

In un soffio mi sveglio, e mentre resto intontito con la faccia contro il cuscino, un uccello fuori dalla finestra lancia più volte il suo richiamo, proprio lo stesso che sentivo tra le alte travi di quello strano fienile.

“Quanto ti amo Anima mia…” e sento lacrime leggere rigarmi le guance, lacrime semplici e felici per la mia bella Anima.


Leggi altri scritti dal mio diario.

Foto principale di Lisa Fotios da Pexels

Autore: Niccolò Angeli
Niccolò Angeli
Amo costruire ponti di significato tra l'antica saggezza e il futuro. Spesso lo faccio creando meditazioni e viaggi interiori per facilitare la guarigione, la consapevolezza e il risveglio. Tutti i miei contenuti in inglese li trovi su Kyrian.art.

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