
Scettici e Credenti
Ultimamente mi sono ritrovato a riflettere sull’eterna battaglia scettici-credenti. Così come rimango sconvolto dalla scetticità cronica di certe persone, allo stesso modo resto sbigottito dalla creduloneria propria di tante altre.
Anche oggi sono passato dal sito del CICAP, il famoso Comitato di Controllo per le Affermazioni sul Paranormale. Personalmente la prima volta che ho conosciuto quest’organismo rimasi molto deluso dalla presenza di alcuni personaggi che umanamente avevo sempre ammirato, come Piero Angela e Umberto Eco. Soprattutto, devo dire, per la presenza di quest’ultimo, che ho conosciuto di persona a Bologna e che avevo sempre ritenuto una persona di aperture straordinarie verso ogni aspetto del conoscere.
D’altra parte, al di là della delusione, e di tutti i piccoli sbalzi emozionali che possono ferire la nostra personalità o la nostra buonafede, ho riflettuto anche sulla necessità di tutto questo, del fatto che esistano scettici proprio scettici e credenti proprio credenti. Mi sono chiesto dove mi trovo io: ho imparato a capire che non mi piacerebbe vivere nella scatola chiusa di uno scettico proprio scettico (soffro la claustrofobia intellettuale), ma neanche nel giardino incantato di un credente proprio credente (vorrei svelare l’incanto).
Gurdjeff diceva che se migliaia di persone prima di noi hanno costruito la scienza che ci ritroviamo, un esperimento dopo l’altro, e una prova dopo l’altra, significa che qualcosa di vero c’è. E che se migliaia di persone prima di noi hanno costruito la religione che ci ritroviamo, qualcosa di vero c’è anche lì. Qualcun’altro ha detto anche che ogni affermazione umana (qualsiasi essa sia) contiene sempre un frammento di verità, niente può essere totalmente falso in quanto per affermare qualcosa peschiamo inevitabilmente dall’esistente (il vero) e quindi, inevitabilmente, qualcosa di questo ci entra. Ma a parte la filosofia.
Vorrei prenderla così: la scienza e la religione hanno ragione entrambe, solo parlano della stessa cosa ma da due prospettive molto distanti. In sostanza soffrono entrambe di reciproca miopia. Lo stesso valga per scettici e credenti. Al CICAP per esempio hanno tutta una scuola per svelare i “miracoli”, quando per quello che ne so qualsiasi esoterista ti dirà che i miracoli non esistono affatto, da un’ottica che presupponga regole ulteriori oltre alla fisica conosciuta (o insegnata). Quindi anche qui stiamo parlando della stessa cosa ma da due punti molto distanti.
Bisogna che uno dei due parlanti faccia un notevole sforzo di umiltà per interrompere il flusso delle battute e controbattute, per mettere una pausa dentro un diverbio che crea solo confusione.
Non è affatto un lavoro facile, anch’io riflettendo sulla necessità di questi poli, sulla loro complementarità, sulla semplicità dell’ignoranza, dello scetticismo, o della fede cieca, ho sorriso a questo teatro di marionette che danzano in cerca del punto da cui sono partite.
Forse è davvero meglio sorridere: il Dalai Lama dice che un quarto d’ora di risate vale come sette ore di meditazione.
Facciamoci una risata, proprio ora che il dibattito è incandescente! Imparare a prendere in giro questo nostro piccolo io che si arrabbia di fronte a chi lo contraddice, imparare a “guardarlo con dolcezza” per usare le parole di De Andrè.
Imparare ad amare Piero Angela mentre ci dice che siamo solo degli imbroglioni, non perchè siamo buoni, ma perchè ci divertiamo un sacco. E sì… imparare anche ad amare i creduloni, che sono troppo pigri per sperimentare di persona.
Autore: Niccolò Angeli
