Ciao Carmine,
"esprimere" in qualsiasi modo e tramite qualsiasi mezzo tu lo faccia, è fondamentale. Il mezzo creativo/artistico è perfetto per esprimere a livello intuitivo, dovrebbe essere secondo me sempre il primo mezzo, poi viene quello analitico/razionale.
Poi, quando uscivo dalla mia mente, e mi ritrovavo nella realtà di tutti i giorni, mi rendevo conto che il mondo era diverso da come lo avevo fantasticato e fu molto doloroso questo "risveglio".
L'immaginazione è uno strumento potentissimo come ben sai, e diventa pericolosa proprio quando la si usa senza equilibrio e coscienza. "Fantasticare" su una determinata realtà che si desidera va benissimo, è utile; ma se ciò è intriso di aspettative o se è un modo per fuggire da un'altra realtà che invece si deve attraversare/accettare, allora non si fa altro che creare un potenziale di frustrazione e sofferenza.
Creare la realtà è un'arte che richiede più di essere vuoti che essere pieni. Inizialmente magari ci si butta in questo viaggio attratti dagli specchietti della "legge di attrazione", ma prima o poi ci si rende conto che le cose sono assai più ricche e complesse di come si immaginava. L'impulso creativo maschile è solo una scintilla iniziale che ci è richiesta, il grosso del "lavoro" è l'apertura accogliente femminile, qualcuno la chiama "l'arte del permettere".
Pensiamo spesso che creare sia solo un processo attivo, e qui è dove cominciamo a deragliare. Manifestare la realtà può talvolta essere un processo di apertura e accoglienza talmente grande, che quasi non si sa più cosa si desidera, ma semplicemente ci si apre alla vita così che manifesti per noi le cose che non sappiamo di desiderare, ma che pure sono i nostri veri desideri. Tutti facciamo questo passo, prima o poi, e più resistiamo a questa apertura più diventa faticoso e frustrante creare la propria realtà.
Nella lezione a cui fai riferimento intendevo poi un aspetto specifico, e cioè il fatto che se non ci si permette di esprimere i lati oscuri questi diventano fantasie morbose e poi magari anche atti violenti verso gli altri (che sia violenza fisica o psicologica non fa poi tanta differenza).
Quindi se uno ad esempio sente il desiderio di picchiare un'altra persona, perchè prova una terribile rabbia, è importante accettare quell'emozione e esprimere quella rabbia. Certo non verso la persona, ma ad esepio verso un cuscino o un sacco da box. Sembra banale ma ciò permette una rapida trasformazione della rabbia/violenza in accettazione. Perchè ogni emozione è prima di tutto un flusso energetico,e se permettiamo al corpo di esprimere quell'energia il flusso si trasforma.
Reprimere le emozioni considerate "negative" è sentiero sicuro per creare molto dolore, dentro e fuori di sè; ma molto spesso continuiamo a farlo (specie gli uomini) perchè ci hanno insegnato che non va bene provare certe emozioni, che bisogna essere tutti d'un pezzo e mostrarsi sempre in controllo della situazione.
Molto spesso depressione, cancro, malattie autoimmuni etc. sono una direta espressione di questo atteggiamento. E' l'unco modo che la nostra Anima ha per esprimere quello che abbiamo represso con tanta decisione, e così "costringerci" a guardarlo.
Abbraccio