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  13 Marzo 2020
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Ciao a tutti. :) Nel secondo video di questo corso, c'è una frase che mi ha colpito e mi ha poi spinto a scrivere questo commento ed è quella in cui Niccolò dice che, come avevo letto anche da qualche altra parte, la nostra mente non distingue bene tra ciò che è vissuto realmente e fisicamente da ciò che è fortemente immaginato e questo con tutte le conseguenze del caso.

Nella mia esperienza ho constatato che, avendo da sempre una grande fantasia ed un gran potere di immaginazione, questi due "strumenti" mi hanno permesso di essere allo stesso tempo creativo ma, a volte, loro stesso vittima, nel senso che si sono impadroniti di me e mi hanno portato su una strada di ansia e sofferenza. :( Quando immaginavo molto e fortemente, gradualmente mi convincevo delle mie stesse fantasie che finivano per essere praticamente reali, nel senso che io credevo a quelle cose, salvo poi, successivamente, risvegliarmi bruscamente e dolorosamente quando, entrando in contatto con la realtà, mi rendevo conto che non era così.

Insomma, c'è anche un lato oscuro della immaginazione? Qualcuno ha vissuto questo tipo di esperienza? Conosco altre persone che amano fantasticare e immaginare e che, a volte, faticano a venirne fuori, perchè la fantasia rischia di diventare un mondo esclusivo che può allontanarci dall'esperienza reale. Ai livelli più estremi, questo fenomeno è stato addirittura classificato come patologia da alcune scuole di psicologia contemporanea.
Ciao Carmine,
ciò che descrivi è molto comune, anche se forse solo una minoranza lo vive a livelli defniti "patologici".

L'immaginazione è lo strumento di manifestazione più potente che abbiamo, ma certo... come tutte el cose ha anche un lato oscuro.
Il suo lato ombra è che t trascina via dal tempo presente, portando a vagare fuori dal tuo centro.
Se uno non è fortemente radicato nel presente, fantasticare può diventare una via in cui si perde molta energia, perchè tutto ciò che esiste è il presnete e non c'è energia fuori di esso.

L'ideale è qundi, sempre e comunque, apprendere a stare nel presente, facendo crescere solide radici, liberandosi di rimpianti, aspettative, e anche di quei desideri che sono stimolati dal bisogno di controllare le circostanze.
Siolo da questo spazio di Presenza si può manifestare con vera gioia.
E' un po' come se avendo messo radici nel presente si allungasse un ramo per far sbocciare un desiderio nel futuro, senza però perdersi in quelal fantasia, senza schaicciarla sotto il peso delle aspettative, piuttosto accogliendola come una possibilità, facendole spazio nel proprio Essere.

Abbraccio
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