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  16 Gennaio 2020
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Ciao grazie a te e Niccolò per aver deciso di intraprendere questo percorso/argomento che sento molto vicino, come donna e come madre di un bambino di quasi quattro anni. Alla domanda che genitore vorresti essere, la prima risposta affiorata alle labbra è stata "diversa da mia madre". Poi mi sono detta che mi piacerebbe esserci per mio figlio, una presenza non pesante e oppressiva, strumento per la sua crescita, che sappia che può contare su di me "imperfetta umana" (ti rubo una citazione). Mi piace la tua idea di angelo custode.

Chiedi tre valori: felicità, qualsiasi significato potrà assumere per lui, quindi libertà di essere e di fare; ed infine autostima che impari ad amare se stesso.
A presto grazie ancora per questo spazio
Ciao Tommasa,
grazie di cuore per la tua risposta.

Credo che molti di noi, e io sicuramente, prendano spunto per la propria genitorialità anche da un "diversa da" molte delle cose che abbiamo vissuto e sperimentato nella nostra infanzia.

Molti di noi sono stati feriti, spesso involontariamente, dalla propria famiglia di origine.

È una catena generazionale di temi e ricorrenze che siamo venuti qui per guarire, che ci siamo scelti intenzionalmente per sperimentare la vita ed evolvere la nostra coscienza.

E, generazione dopo generazione, spostiamo un po' più avanti questo cursore della coscienza.

Forse noi ora, noi che ci ritroviamo qui a riflettere su noi stessi ed a fare i conti con gli splendori e le miserie della nostra condizione, in maniera imperfetta ma tuttavia al meglio delle nostre possibilità, abbiamo la straordinaria occasione di fare un salto quantico.

Un salto di cui trarremo beneficio noi e i nostri figli, ma anche tutta la catena di individui alle nostre spalle, attraverso cui siamo stati cresciuti e nutriti, fisicamente e psichicamente, e che ora, ne sono certa, ci sostengono.

Sono qui per noi, con una mano sulla nostra spalla, per incoraggiarci in questo salto.

Sono onorata e commossa all'idea che condivideremo insieme una parte di tutto questo.

Grazie quindi di esserci.

Un abbraccio

Benedetta
circa 4 anni fa
·
#2366
Ciao a tutti
i tuoi tre valori Bendetta, sono assolutamente condivisibili, e assolutamente interconnessi ; beh! poi la felicità la sottoscrivo IN PIENO e probabilmente come fa intendere Tommasa li racchiude tutti. Ma ciò che più di tutti ha attirato la mia attenzione è stato il concetto di "Libertà" :credo che la libertà sia più una conseguenza che un qualcosa che tu , genitore , puoi insegnare come valore, perché, secondo me, ne sei un po’ l’antitesi per definizione ...provo a spiegarmi: fin da quando nascono, terra libera e vergine , incominciamo da subito ad incanalarli in un sistema di regole funzionali per la convivenza civile; in pratica i primi costruttori della loro sovrastruttura fatta di maschere e di condizionamenti siamo proprio noi genitori in maniera più o meno consapevole ....d'altronde non si potrebbe fare altrimenti se vogliamo che i nostri figli si inseriscano in modo sano nella società e qui vengano amati e apprezzati...perché inevitabilmente , è da questo apprezzamento che nasce e si alimenta l’autostima. Secondo me ci sono delle tappe obbligate in cui le maschere sono funzionali:come fai a spiegare ad un adolescente rifiutato o al contrario amatissimo dal suo gruppo, che il suo umore non deve essere condizionato da ciò che pensano gli altri e deve trarre il suo massimo appagamento da dentro di se? È impossibile... o quasi ... il desiderio di essere accettato é inevitabile, per grandi e piccini, evidentemente distorce e falsa anche il nostro più autentico essere, ma è il metro più a portata di mano per capire quanto siamo bravi ! E belli! E amati!
Credo che, alla fine, i genitori ai figli, delle strade le debbano indicare perché ce le chiedono ...e se non gliele diamo se le prendono ispirandosi a noi o magari facendo l’esatto contrario. Dunque forse la prima cosa da fare è essere consapevoli che noi in quanto genitori siamo per definizione dei potentissimi condizionamenti per i nostri figli, e ciò è inevitabile, se ci viene chiesto un parere o sentiamo di esprimere delle perplessità rispetto a delle loro scelte non credo sia giusto tacere perché devono essere liberi ....e se prendono una strada per compiacerci non è detto che la colpa sia per forza nostra ...l’importante forse é sapere che qui sta il punto... e basta ....saranno poi loro a rielaborare il tutto ...
Non vorrei essere fraintesa: anche a me piacerebbe molto che i miei figli fossero liberi dai condizionamenti sociali, economici, religiosi, ma se lo saranno non credo che lo saranno per "merito" mio, ovviamente è molto probabile che mi sbagli ...è solo una mia idea ...grazie mille! Ciao!
Laura
circa 4 anni fa
·
#2367
Ciao :) partendo dal presupposto che, secondo me, i genitori sono,inevitabilmente, esempio, condizionanti e condizionatori per i propri figli. La libertà di cui parlo o che comunque vorrei comunicare a mio figlio è, non tanto un esonero dalle regole, perché poi in questa società dovrà viverci, quanto essere consapevole che può scegliere. Ecco si, da questo confronto, posso dire che la possibilità di scegliere potrebbe aggiungersi ai valori già indicati.
Grazie per l'attenzione.
A presto
Ciao a entrambe,

il tema della libertà e delle regole è un tema molto interessante e molto importante, grazie quindi di averlo messo in rilievo.

Il contesto in cui viviamo spesso tende a definire le regole come una limitazione negativa della libertà e a definire la libertà come una possibilità di agire a 360 gradi.

Infatti i giovani fanno spesso fatica a capire cosa sia davvero la libertà, e la scambiano con un semplice "faccio quello che mi pare".

Questo sottende un'ambizione ad essere privi di confini, un'ambizione che però nella vita verrà sempre frustrata perché per definizione la vita è caratterizzata da confini: la nascita e la morte, i contorni del nostro corpo fisico, la ciclicità del tempo etc.

In realtà questi confini sono proprio ciò che ci definisce come esseri umani in questa esperienza terrena e fanno parte delle regole del gioco a cui abbiamo scelto di giocare.

Talvolta sono frustranti, sia per noi che per i nostri figli, e ci mettono in resistenza: questo è naturale e credo che riuscire sempre a fluire sia un'ambizione un po' irrealizzabile.

Diciamo che in questo mondo fatto a cerchi concentrici i confini sono un po' le regole poste dal quel grande Genitore che ci ha creati tutti (chiamatelo ovviamente come preferite, Vita, Universo, Dio etc...): sono i paletti, le condizioni all'interno delle quali sperimentiamo la nostra presenza qui.

Ed allo stesso modo nel nostro microcosmo familiare anche noi, come dite giustamente voi, mettiamo i confini all'interno dei quali l'esperienza dei nostri figli si snoda, almeno per gli anni durante i quali sono sotto la nostra custodia.

Direi che questi confini, queste regole, lungi dal limitare la libertà, ne sono proprio la premessa indispensabile e necessaria.

Proprio perché la libertà non sia qualunquismo ma vera scelta.

E questo nostro microcosmo lo strutturiamo un po' alla volta nella nostra imperfezione, attraverso una serie di tentativi, di errori, attraverso l'alternarsi di successi e fallimenti, proprio come fanno gli scienziati.

Quali siano le regole giuste e quali quelle sbagliate lo possiamo capire solo osservando momento per momento la natura del nostro microcosmo; certo però che esistono alcune regole di base che fanno parte del grande patto implicito che abbiamo fra tutti gli abitanti di questo Pianeta...
un patto che, come purtroppo sappiamo, non tutti rispettano.

Anche qui ci viene richiesto di danzare, e la danza è quella tra la coerenza e la disponibilità a smontare ciò che non serve più o non funziona: è una danza che a volte ci lacera interiormente e ci lascia ammantati di dubbi, ma che forse è l'unica via...

Un abbraccio

Benedetta
circa 4 anni fa
·
#2398
Anch'io, come voi, vorrei che mio figlio sia libero da ogni tipo di condizionamento. Purtroppo, lo avete già detto, noi genitori siamo i primi a dare loro delle regole, dei limiti. A volte guardo mio figlio, lo ascolto... Vedo me.... A volte vedo i miei difetti... Questo mi preoccupa... Ho la responsabilità dell' uomo che un giorno diventerà, nel bene e nel male.
Io vorrei che un giorno sia capace di fare le sue scelte con serenità... La felicità è un traguardo ambito ma soprattutto molto soggettivo, posso solo augurargli di raggiungerla...

Gab

Ciao Gabriella, è vero che abbiamo la responsabilità dei nostri figli, ma solo come accompagnatori di creature che sono indipendenti da noi.

Vedere in loro i nostri difetti e le nostre vulnerabilità, temere di influenzarli negativamente è normale e umano, e credo sia un sentimento diffuso tra tutti i genitori... almeno tra quelli che hanno fatto la scelta di restare in contatto con se stessi e con i propri figli.

Ma non potremo mai esentarli dal passaggio attraverso le loro ombre. Un passaggio lungo e spesso sofferto, proprio come lo è per noi.

E sì, molte di queste ombre si creeranno anche attraverso di noi, perché inevitabilmente portiamo le nostre ombre nella relazione con loro.

Cosa che raramente ci perdoniamo.

Tutto ciò che possiamo fare è prestare attenzione ai nostri lati oscuri e sedere in loro compagnia tutte le volte che riusciamo; lo facciamo per noi stessi ma anche per loro, per insegnargli come si fa, e quanto questo lavoro sia essenziale.

Questo è il meglio che possiamo fare. Spesso mi chiedo se i miei figli mi rinfacceranno delle cose quando sarà il loro momento di fare i conti con se stessi e con la loro esperienza di vita. Credo che lo faranno e che sarà inevitabile. E mi preparo a questo, soprattutto a non considerarlo un fallimento.

Spero e credo però che i nostri figli sapranno vedere anche l'altra faccia della medaglia: l'amore e l'impegno che ciascuno di noi ha messo, la disponibilità a lasciarsi scalfire ed aprire da questa esperienza e da tutte le sue sfide. E che sappiano farne tesoro per se stessi e per i propri figli, se sceglieranno di averne.

Un abbraccio
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