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  27 Ottobre 2019
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Ciao Niccolò,
rispetto a tutte le persone che tu hai seguito in questi anni, ha riscontrato un comune denominatore tra coloro che avevano bisogno dell'altro come figura necessaria alla sopravvivenza?
Perché molti di noi si castrano nella relazione con il sesso opposto utilizzandolo come fosse la mascherina dell'ossigeno? Pensano di non poter fare nulla si sentono mancare la terra sotto ai piedi tremano..vanno in una vera e propria crisi di astinenza? Soprattutto se la persona in questione non ha mai cambiato veramente la vita di nessuno e quello cbe si faceva prima e dopo si lui rimane lo stesso perché non è vero che nel mentre aveva realmente contribuito a cambiare il quotidiano di nessuno? Cosa si nasconde dietro a questo bisogno? A questa dipendenza? Ripeto c'è un comune denominatore tra le persone che lo vivono sebbene magari le esperienze e le situazioni concrete differiscono?

Grazie mille
Ciao,
il comune denominatore io credo che sia la "dipendenza".
Noi sviluppiamo dipendenza per centinaia di cose grandi e piccole, ma la dipendenza da un'altra persona è certamente una delle più diffuse e dolorose, soprattutto perchè non viene spesso considerata qualcosa da guarire, ma la norma.
Finchè non si rende l'altro completamente libero di essere sè stesso, non è possibile sentirci liberi a nostra volta.
Ma per rendere l'altro libero, è necessario affrontare il grande vuoto d'amore che abbiamo, il bisogno di essere amati, riconosciuti, accettati. E infine la possibilità di essere completamente soli con sè stessi.

Tutti questi vuoti d'amore nascono nell'infanzia, ed ecco perché si cerca spesso la mamma e il papà nell'altra persona, non di rado rimettendo in campo le stesse dinamiche conflittuali che avevamo con il genitore, oppure attirando persone molto simili nel loro modo di fare del genitore.
Io, nella mia relazione con la mia attuale meravigliosa compagna, ho potuto raggiungere un livello più ampio di consapevolezza solo quando ho guarito in me il bisogno di essere amato tutti i costi. Accettando, ad esempio, l'eventualità di una separazione, accettando che l'altro non è "nostro" e che se lo amiamo veramente dobbiamo lasciarlo libero persino di abbandonarci se ci accorgiamo che ciò lo renderebbe più felice.
In altre parole, solo quando rendere felice l'altro diventa ciò che veramente rende felici anche noi, allora la relazione può crescere.
Questo vale per qualsiasi relazione, non solo per due amanti.

Abbraccio
circa 4 anni fa
·
#2263
Guarda io non so cosa dire..
Grazie per le cose che mi hai scritto e sono in piena risonanza con me e so esattamente che lavoro devo fare.

Grazie mille ancora di cuore..
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