Ciao Nicolò,
non so se quanto voglio chiederti rientri in questo forum ma non sapevo bene dove collocarlo.
Ciò che ti voglio chiedere è questo: Come si fa ad acquisire un diritto all'esistere? A sentirsi parte di sé stessi
Io dopo anni ed anni di analisi in cui ho sempre esposto quanto le persone non mi amassero o quanto io volessi ottenere cose che poi quando le ottenvo non mi davano quello che volevo in termini emotivi cioè che mi facessero passare la depressione e la solitudine, piuttosto che parlare di relazioni finite male e così via.... Mi sono trovata a capire che io per questioni familiari in cui io ho fatto da genitore ai miei genitori (per farla molto breve) non sono mai stata al centro di me stessa, non sono mai stata una persona guidata e "spiegata".
Ma ero sempre io rivolta all'aiuto, alla comprensione alla ricerca di soluzioni in età in cui avrei dovuto avere io questi insegnamenti e tutto quello che mi ha sempre fatto credere di "essere avanti" rispetto ai miei coetanei sono le stesse cose che invece mi hanno lasciata indietro affamata d'amore che non conosco che è diverso dal sapere che qualcuno ti vuole bene.
Non lo contegno, appena una persona mi dice che ci tiene a me io sono contenta un secondo e poi quella sensazione scompare e ho bisogno che mi venga ridetta un attimo dopo e ancora dopo e ancora dopo e così via.
Questo mi fa sentire dissociata dalla realtà quando sono SOLA CON ME STESSA. Mi riconosco solo nell'affaccendarmi, nella sofferenza nel pensare alla vita degli altri perché io non so cosa fare del mio tempo non so cosa voglia dire esistere sviluppando dipendenze che ora sono il cibo ora è una relazione piena di voglia d'amore che finisco per rovinare tutto perché pretendo pretendo e ancora pretendo.
Attenzione, io non ho paura a stare da sola con me stessa e ad esempio a meditare anzi.. È nel quotidiano il vero problema: magari mi trucco perché so che specialmente per andare al lavoro sia la cosa giusta e mi piaccio anche magari.. Ma quando torno a casa mi guardo ed invece di essere entusiasta per questo io mi sento di aver compiuto un gesto che non mi ha portata a nulla ma se ad avermi vista fosse stata un persona che mi piace ne sono compiaciuta.
Io non mi basto io sola non mi sento di esistere..
Leggevo che il primo chakra potrebbe essere "responsabile" di questo squilibrio.
Io vorrei fare un percorso che mi faccia amare, amare del mio trucco, della mia giornata di me stessa anche quando sono sola.
Io mi ricordo che mia nonna si metteva il mascare anche quando stava in casa perché si piaceva e questo per me era bellissimo e non per il trucco in sé ma per l'amore che aveva per sé stessa.. Poi potrebbe essere qualsiasi cosa, anche apparecchiare da cerimonia anche quando si cena da soli..
Godere di me penso sia la cosa che mi lacera da sempre e che mi fa entrare ed uscire da relazioni che quando ne esco mi sento con le vertigini perché perdo completamente il senso di me della mia vita perché perdo non tanto l'amore che, ripeto, non sento, ma gli effetti adrenalinici che mi fanno credere di essere pervasa dall'amore.
Pur continuando ad aiutare il prossimo, io credo di dover fare un percorso inverso..non riversare le mie frustrazioni nell'aiuto agli altri ma andare verso me stessa.
Spero di esssremi spiegata..
Quale percorso potrei fare per riassorbirmi?
Meditare sul 1 chakra? Se si, in che modo con quale intenzione?
Come si scioglie questo blocco?
Mi sento a poco dalla "verità". Mi manca un pezzo e vorrei uscisse.
Non tanto come evento specifico di un qualcosa accaduto in passato, piuttosto come energia che deve uscire ed accogliere nuova luce.
Grazie mille di cuore.
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