Ciao Emanuele,
ti sento.
Mi chiedo allora, come possa essere applicabile il perdono? Se il perdono non è reciproco o se dopo aver perdonato gli errori dell'altra persona, questa ritorna nuovamente sui suoi passi.
Il perdono (quello vero) è sempre incondizionato. Non importa se l'altro non capisce, se torna all'attacco, se non perdona a sua volta. Il nostro lavoro è perdonare per sciogliere un legame energetico che ci trattiene in una vecchia dinamica, non possiamo fare la parte di lavoro che spetta all'altro.
Sta a noi però evitare di tornare a nutrire eventuali relazioni tossiche che non ci servono più. In altre parole, bisogna perdonare, e poi lasciare andare e passare oltre.
Voglio conoscere nuove persone, ma il mio stato d'animo di dipendenza o di paura non mi permette di sbloccare la situazione.
Quanto ho vissuto momenti i deserto simili a quelli che descrivi, mi ha aiutato molto frequentare gruppi di meditazioni, di teatro, o comunque in cui si faceva un lavoro su di sé e c'era la possibilità di entrare in intimità con persone che sentivi in risonanza.
Per la sensibilità che hai e che emana dalle tue parole, secondo me è più difficile trovare relazioni appaganti semplicemente frequentando le situazioni "mondane", forse la tua Anima ha sete di amicizie con cui condividere qualcosa di vero (anche se è semplice come bere una birra insieme).
Un'altra cosa che ho sempre praticato e che pratico ancora talvolta è sedermi di tanto in tanto in meditazione, lasciare andare quelle tristezze e solitudini che sento, e immaginarmi in un grandi cerchio di amici, in cui tutti ci teniamo per mano. Sento le loro mani nella mia, i loro occhi nei miei. Cantiamo insieme e danziamo, ci sorridiamo e condividiamo.
Quando sono entrato bene i questa energia, lancio l'intento di guarire tutte le mie relazioni e di incontrare sempre di più gli amici quelli veri, quelli che ci portiamo dietro dall'alba dei tempi, di vita in vita... 3un po' come se lanciassi u raggio di segnalazione... "io sono qui", dico loro "sono pronto a ricevervi e a riconoscervi".
E' una pratica semplice ma potente, naturalmente se fatta senza aspettative e con leggerezza. Mi fa sorridere quanto sia potente: proprio pochi mesi fa ho conosciuto un amico di amici, poi siamo tornati a cena qualche giorno dopo e lui guardandomi negli occhi mi ha detto "sono contento di averti ritrovato, amico mio".
A volte sono gli altri a riconoscerti per primi, a volte siamo noi a farlo. Non ha importanza, l'importante è essere aperti, viaggiare a cuore aperto e sentire di portare sempre con sé quel grande cerchio di amicizie antiche... comincerai a sentirti nel vortice e ad attirarle per sincronicità, ma certo devi fare il primo passo di andare nel mondo e frequentare persone nuove, avere esperienze di condivisione, difficile che ti vengano a bussare alla porta di casa anche se non con un forte intento succedono anche queste cose
Abbraccio
grazie, grazie, davvero! Ieri sera ho letto il tuo messaggio. Solo iniziando e leggendo il "ti sento" è stato molto forte. Improvvisamente mi ha invaso una sensazione di piacere e connessione.
" Quanto ho vissuto momenti i deserto simili a quelli che descrivi, mi ha aiutato molto frequentare gruppi di meditazioni, di teatro, o comunque in cui si faceva un lavoro su di sé e c'era la possibilità di entrare in intimità con persone che sentivi in risonanza.
Per la sensibilità che hai e che emana dalle tue parole, secondo me è più difficile trovare relazioni appaganti semplicemente frequentando le situazioni "mondane", forse la tua Anima ha sete di amicizie con cui condividere qualcosa di vero (anche se è semplice come bere una birra insieme)."
E' profondamente vero quello che hai scritto. Un bisogno di trovare persone con cui entrare in risonanza!
Un bell'augurio e abbraccio
Emanuele