
Acufene, un rumore dal nulla
Arrivano improvvisamente, se ne vanno forse per caso. Sono gli acufeni, sibili, ronzii, suoni tra i più disparati che vengono percepiti da circa il 10% della popolazione mondiale in tantissimi modi differenti. La medicina offre spiegazioni generiche spesso di scarsa utilità
di Franco Bianchi – Fonte: KarmaNews.it
I medici utilizzano il termine acufene o tinnitus per indicare la percezione di un rumore in una o in entrambe le orecchie, oppure nella testa spesso nel centro di essa, anche se dall’esterno non proviene alcun suono. Questi disturbi sono di vario tipo: alcuni li descrivono come fischi, ronzii, sibili, fruscii, altri come un treno in corsa, altri parlano di un rumore che assomiglia a quello delle campane. Insomma un suono personale, come individuale è l’intensità del medesimo. Se taluni ci convivono serenamente, altri faticano a concentrarsi, soprattutto in presenza di silenzio, altri ancora faticano a prendere sonno, tutti ne sono infastiditi.
Le possibili cause di questo disturbo
Le ultime statistiche dicono che in Italia circa 8% degli abitanti soffre di questo disturbo, altre statistiche stimano un range tra 10 e 14% a livello mondiale, ma è un disturbo in crescita. Non ci sono categorie precise di persone esenti: solo si registrano sporadici casi in età infantile, giustificati dal fatto che per i bambini non è chiaro ancora cosa significa udire bene. Sembra, infatti, che alcuni manifestino acufeni sin dalla più tenera età, ma senza rendersene conto.
Tanti i motivi considerati causa di questo sintomo: si va dalla esposizione prolungata a luoghi rumorosi, alla presenza di cerume, otiti, irritazioni o patologie varie dell’orecchio interno, stress, assunzione di farmaci (benzodiazepine), età, malattie autoimmuni. Insomma un ventaglio di possibilità che rende sempre più difficile trovare un rimedio alla situazione. A volte a seguito di un trattamento tradizionale si avvertono miglioramenti del sintomo; in caso contrario viene consigliata una psicoterapia. Ci troviamo davanti ad un sintomo strano in tutti i sensi: per come si comporta, per come nasce ed anche per come può venire affrontato. Taluni medici si sentono impotenti davanti agli acufeni e suggeriscono ai pazienti – mai tale nome fu appropriato – di farsene una ragione e di accettare la situazione.
Esiste anche una spiegazione energetica, nella quale psiche e corpo si uniscono in un tutt’uno inscindibile. In questa visione l’inizio del sintomo avviene nella parte più profonda dell’individuo, la sua coscienza. Se osserviamo, altresì, il comportamento del sintomo stesso possiamo trarre delle conclusioni: il rumore, infatti, è spesso continuo ed anche se non fortissimo, appare senza soluzioni di continuità. Si comporta come una sveglia, un allarme che ci dice di fare attenzione, come un avvertimento. Ma di che tipo?
Secondo questa visione il messaggio proviene dal nostro spirito, quel “Tom Tom” interiore che ci suggerisce cosa fare e dove andare. Si tratta dell’intuito che parla attraverso una vocina interna, ma anche con dei segni od anche con un’improvvisa chiarezza, simboli che appaiono nella nostra vita, immagini, sogni.
Il linguaggio dello spirito
Occorre dunque fare attenzione ai segnali che ci arrivano, alle incredibili coincidenze che ci coinvolgono, perché sono i modi con i quali lo spirito parla. Diceva Elisabeth Kubler Ross: “Le coincidenze sono il modo con il quale Dio fa accadere le cose”.
In pratica il nostro navigatore interiore ci guida in continuazione facendoci prendere decisioni bizzarre o avventate, spesso anche velocemente, tanto che a posteriori ci sorprendiamo nel domandarci: ma come ho potuto scegliere in questo modo? Solo il prosieguo della storia ci evidenzia i frutti di quella decisione che spesso si sono rivelati benefici. Questo ci suggerisce un modo per approcciare la vita: fidarci del nostro sentire, del nostro intuito che raramente sbaglia.
Però può accadere anche un altro meccanismo. L’intuito ci fornisce l’informazione – per esempio fai quella cosa – ed esso parla una sola volta per lasciarci la libertà di decidere: per questo occorre ascoltarlo attentamente. Successivamente arriva l’ego, la razionalità, che si oppone suggerendoci una soluzione diametralmente opposta: io non voglio che tu faccia quella cosa. L’ego esige di essere ascoltato, si ripete in continuazione ed esprime le sue potenzialità con forza in ogni momento, arrogandosi il diritto di sapere cosa è giusto per noi e cosa non lo è. Ma lui non lo sa, è solo millantato credito. Purtroppo l’ego è insistente ed argomenta in modo impeccabile le sue ragioni. Fatalmente può accadere, e di fatto accade molto spesso, che si segua questa voce a scapito di quella che proviene dal nostro intuito, quella che sa cosa è bene per noi, insomma quella vera. Così facendo capita di uscire dai binari della nostra vita prendendo decisioni anche importanti, purtroppo errate.
Si tratta di rinunciare a qualcosa di vitale per noi, oppure rinunciare ad una parte fondamentale della nostra personalità, una rinuncia a vivere. Ecco, in quel momento, il navigatore interiore si rimette in moto ed aziona l’allarme che dice: fermati, guarda cosa sta accadendo, qualcosa di importante non funziona, e così via.
Abbiamo rinunciato ai nostri sogni?
Questo allarme sono gli acufeni. In sintesi sono come una sveglia che suona fino a che non schiacciamo il pulsante d’arresto. Nella pratica non sappiamo nulla di tutto ciò, né ci viene spiegato da alcuno, quindi questo punto di vista viene sottovalutato.
Ma se osserviamo, quando ci si riesce, a collegare la nascita del sintomo con gli accadimenti della nostra vita, potremmo verificare curiose coincidenze. Per esempio quando abbiamo rinunciato al sogno della nostra vita, oppure quando abbiamo smesso di essere noi stessi, o non abbiamo dedicato il giusto tempo alle persone a noi care. Se i Promessi Sposi non fossero un romanzo, azzarderei che Lucia, dopo aver fatto voto di castità nonostante la promessa e la voglia di matrimonio con Renzo, avrebbe potuto avere dei forti acufeni!
Dopo aver trovato un possibile motivo scatenante potremmo metterci in silenzio in meditazione ed esaminare nella nostra mente come potremmo vivere in modo diverso adesso, se nel passato avessimo fatto una scelta differente. Potremmo notare una modificazione in diminuzione dell’intensità del suono, ma anche in aumento, a volte perfino la sparizione del sintomo. Se questa modificazione accade, allora significa che l’evento preso in esame è significativo.
Proviamo a pianificare di cambiare la nostra vita ora in modo concreto, sempre rispetto agli ambiti presi in esame. Se tutto questo ragionamento fosse valido, allora i sibili che tanto ci hanno tormentato svaniranno così come si sono presentati.
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Autore: Karmanews.it
