
Comunicazione, spazi egoici e l’arte del saper discernere.
Ieri parlando con una persona che è molto vicina al mio cuore abbiamo affrontato una discussione che mi ha fatto molto riflettere, e questo principalmente perchè spesso mi sono ritrovata io stessa a vivere l’esperienza che mi raccontava. Mi sono resa così conto di quanto spesso siamo noi stessi che ci oscuriamo da soli. E lo facciamo per paura, insicurezza, confusione e chi più ne ha più ne metta.
Questa persona mi raccontava di come, spesso scatta un senso di colpa quando stiamo brillando della nostra luce, mi spiegava che nei momenti in cui egli è veramente se stesso riesce in una modalità del tutto spontanea e naturale a intercettare l’attenzione su di se e che per questo li sale la paura di oscurare gli altri. Io penso che non dovremmo mai avere paura di oscurare qualcuno quando ci stiamo esponendo ma lo facciamo in maniera del tutto spontanea semplicemente essendo se stessi. Se quella che stiamo esponendo è una manifestazione autentica e non deriva da un intento ben preciso allora dovremmo, perlomeno secondo me, lasciar fluire quell’energia, quella manifestazione in modo spontaneo e senza troppi pregiudizi.
Perchè è proprio anche nella paranoia che poi si entra in capo egoico. L’unica cosa importante è saper discernere le situazioni, se siamo sinceri con noi stessi e impariamo a esserlo sempre di più, sappiamo benissimo quando stiamo manifestando una qualsiasi azione o parola con un preciso intento oppure lo stiamo facendo semplicemente perchè sta accadendo e in maniera del tutto spontanea. Saper discernere le due situazioni quindi, diventa secondo me, il modo in cui possiamo imparare a comunicare in uno spazio sempre più “pulito”, sempre più vicino con la nostra vera natura. E dico vicino perchè penso che sia impossibile comunicare da uno spazio completamente puro e incontaminato, che per forza di cose le parole passando dalla nostra mente entreranno nello spazio della nostra personalità e verranno più o meno “sporcate”, questo va semplicemente accettato, fa parte del percorso di crescita, del grande cerchio della vita.
Spesso mi piace dividere, quello che comunemente chiamiamo ego, in due parti. L’ego insicuro e quello troppo sicuro di se. E se non ci prendiamo in giro sappiamo bene che li abbiamo entrambi, che abbiamo un mondo dentro e che a seconda del periodo che stiamo attraversando possiamo manifestare l’uno o l’altro. Qui il segreto diventa semplicemente l’essere molto sinceri con se stessi, smettere di raccontarsela e trovare uno spazio di equilibrio tra i due nel quale riusciamo a comunicare al mondo in una maniera molto spontanea e tranquilla.
Perchè manifestare se stessi ci nutre. Nutre noi e gli altri, l’interscambio, la vicinanza e la comunicazione nutrono le relazioni, e le relazioni sono importanti per imparare dall’altro a crescere ogni giorno proprio attraverso la connessione che si instaura e perchè gli altri ci fanno semplicemente da specchio, ovvero attraverso i comportamenti degli altri, portiamo sempre più luce sulle parti di noi stessi ancora oscurate e possiamo così crescere, ancora e ancora. Spesso succede che quando ci rendiamo conto che facciamo prevalere una delle due manifestazioni, o anche se ci manifestiamo in maniera del tutto naturale (come abbiamo visto prima) ci può salire il senso di colpa.
Non mi stancherò mai di parlarne perchè purtroppo il senso di colpa prevale molto fortemente nella nostra società e spesso ci troviamo a fare i conti con esso. Infatti a volte, diventa un vero e proprio auto sabotatore interno che ci fa accartocciare su noi stessi, e questo succede nelle più disparate situazioni di vita. In questa situazione, così come in altre non dovremmo mai dare al senso di colpa il potere di auto sabotarci, Bensì dovremmo ascoltarlo quel giusto che ci sprona a cambiare, a migliorarsi, ma non a danneggiarsi ancora di più.
Il lavoro su se stessi, nella mia esperienza, viene bene quando c’è gioia, curiosità e voglia di diventare la migliore versione di se stessi e non quando ci sentiamo annichiliti o sbagliati, perchè parlandoci chiaro, qui siamo tutti umani. Insomma, uno spazio di gioia e curiosità diventa un ingrediente molto prezioso che ci permette di crescere molto più velocemente e in uno spazio di accettazione.
Accettazione che non vuole essere la sabotatrice di noi stessi ma bensì che diventa il carburante che ci fa comprendere che partiamo da dove partiamo, con la nostra storia e i nostri pasticci interni e che diventa quella tempra della nostra Anima che ci sprona a diventare ogni giorno un po’ meglio del giorno prima, un po più allineati con il nostro mondo interiore e ci permette di fare ordine nel nostro Essere senza stancarci mai di cercare, trovare, fare e giocare.
E spesso perdersi anche, ma accettarlo come parte inevitabile e preziosissima del percorso. Perchè lì c’è la lezione più profonda ed è bello anche imparare ad aspettarsi a volte, perchè aspettarsi vuol dire diventare sempre più forti nella volontà di non cedere mai davanti a questo immenso gioco che altro non è la ricerca della nostra luce interiore.
Non sono più quella di ieri,
non so come sarò domani,
ma posso dirti come sono oggi,
con i miei ieri.Alda Merini
Autore: Sharon Corsini
